L’ideatore di Quibi ha annunciato il fallimento del servizio: la piattaforma di streaming con film e show brevi non è riuscita a conquistare i consumatori.
La breve esperienza di Quibi volge al termine: il servizio di streaming ideato appositamente per gli smartphone è stato un colossale flop. Questa piattaforma è stata fondata nel 2018, per poi entrare in funzione il 6 aprile 2020. Quibi, dopo alcuni mesi, ha fatto i conti con il fallimento: scopriamo i motivi per cui il servizio di streaming è stato un flop.
Cos’è Quibi?
Non tutti i servizi di streaming possono godere dell’enorme successo di Netflix. Quibi, fondato da Jeffrey Katzenberg (co-creatore di DreamWorks) e Meg Whitman (ex chief executive di eBay), è entrato nel mercato con la voglia di innovare lo streaming. Il servizio era infatti pensato per accogliere film, serie TV, documentari e altri contenuti con una durata non superiore ai 10 minuti.
Questo “formato” sembrava ideale per tutti quegli utenti che si trovano spesso fuori casa. I contenuti (tra cui Cup of Joe, Survive, Don’t Look Deeper e Most Dangerous Game) erano inoltre pensati per essere visualizzati dallo smartphone.
Una vera e propria rivoluzione, sì, ma che non è mai decollata. Durante questi 6 mesi di attività, la piattaforma ha faticato ad acquisire clienti, fino alla tragica fine. L’app è stata globalmente scaricata circa 5,6 milioni di volte, ma solo l’8% degli utenti ha sottoscritto l’abbonamento. Nel mese di ottobre del 2020, Katzenberg ha annunciato il fallimento: circa 200 persone hanno perso il posto di lavoro.
Gli investitori, che hanno scommesso circa 1,8 miliardi di dollari, dovranno ora spartirsi, dopo aver pagato i creditori, circa 350 milioni di dollari. Quibi lascia sospesi anche diversi contenuti che sarebbero dovuti arrivare successivamente. Quei film e show saranno venduti al miglior offerente.
Quibi, le ragioni del fallimento
Il periodo storico non ha certamente aiutato lo sviluppo di Quibi. Il Coronavirus ha infatti costretto le persone a restare a casa, rendendo uno strumento ideale per la mobilità meno interessante. Non è stato solo il virus una possibile causa del fallimento: altri servizi in cui gli utenti possono consumare media attraverso smartphone e tablet, come YouTube e TikTok, sono stati utilizzati molto anche durante il lockdown.
Quibi non ha proposto ai pochissimi utenti paganti dei contenuti realmente validi, non riuscendo quindi a competere con piattaforme come Netflix (che ha anche lanciato Party, la soluzione per ridurre le distanze) e Amazon Prime Video. I concorrenti, inoltre, sono molti ed evidentemente i consumatori hanno preferito scegliere altre piattaforme di streaming. Quibi sarà tuttavia ricordata come una startup che ha tentato di rivoluzionare la fruizione di contenuti multimediali.